Joseph Schumpeter |
(Articolo già apparso su http://www.silviaronchey.it/articolo/6/408/Debito-uguale-colpa-Quella-parola-unica-che-separa-i-tedeschi-dal-mondo-greco/)
Che cos'è il debito? In tedesco il sostantivo femminile Schuld
designa insieme il debito e la colpa. «Il capitalismo è un culto che
non consente espiazione, ma produce colpa e debito», scriveva già nel
1921 Walter Benjamin. La vittoria del no al referendum greco ha richiamato l'attenzione del
mondo non solo sulla drammaticità della situazione politica ma anche
sul conflitto culturale, sull'antinomia profonda connessa alla
concezione del debito nell'evolversi della psiche collettiva: ancora una volta, sull'antica polarità tra Grecia e Germania.
Debito e colpa è il titolo di un libro appena uscito (Ediesse, pagg.
240, euro 12) che Elettra Stimilli ha dedicato alla centralità della
figura del debito come
colpa nell'indebitamento planetario che segna la più recente fase del
capitalismo contemporaneo. Le forme di consumo illimitato basate
sull'indebitamento privato, partite dall'America, sono diventate,
argomenta Stimilli, il motore principale dell'economia. Dal 2009, con
l'immediato globalizzarsi della crisi americana, l'aumento esponenziale
del debito privato ha coinvolto il debito pubblico
dei paesi economicamente avanzati fino ad arrivare ai debiti sovrani.
La finanziarizzazione della vita quotidiana, la "democratizzazione del
credito", ha prodotto uno stato di indebitamento generalizzato in cui
ognuno, sia come lavoratore sia come consumatore, è diventato per
definizione anzitutto debitore.
Nella cultura
attuale dell'occidente, la parola debito è eminentemente connessa a
quell'etica protestante, che già Max Weber vedeva all'origine ideale e
psicologica, prima ancora che materiale e sociale, del sistema
capitalista, alla cui indubbia efficienza i teorici, da Karl Marx a
Joseph Schumpeter, hanno sempre contrapposto, con diversi gradi di
perplessità, la difficoltà etica della giustificazione teorica. Se per
Max Weber il capitale nella sua forma moderna nasceva dalla concezione
calvinista della grazia e del peccato per poi secolarizzarsi in
ideologia profana, secondo Benjamin il capitalismo può considerarsi in
sé una religione, il culto di un dio minore, privo di dogmi ma dalla
legge implacabile. È proprio la connessione religiosa fra debito
economico e colpa morale — attinta peraltro a un'intuizione degli
scritti giovanili di Marx — che porta il povero insolvente, scriveva
Benjamin, «a fare di sé una moneta falsa, a carpire il credito con
inganno, a mentire, così che il rapporto di credito diventi oggetto di
abuso reciproco».
Se in tedesco i concetti di debito e colpa si
stringono in uno stesso nodo lessicale, la lingua greca, che sta
all'origine del nostro pensiero e della nostra sintassi filosofica,
distingue nettamente tra l'uno e l'altra. Nel greco antico, come ancora
oggi nel greco moderno, debito si dice chreos , un sostantivo che
deriva dal verbo chraomai , "usare", e dalla locuzione chre , "ciò che
serve", che si usa e di cui c'è bisogno; è inoltre connesso con chreia ,
la "mancanza". Il termine chreos viene usato ampiamente dagli storici,
come Tucidide, dai filosofi, come Platone, e dai giuristi, fino alle
Novelle di Giustiniano e ai Basilika : il greco bizantino
assicurerà la continuità e trasmetterà la certezza del diritto romano
nel suo transito millenario dall'età antica a quella moderna,
attraverso i secoli solo in occidente oscuri del cosiddetto medioevo
dominato dal diritto barbarico.
Ma la prima attestazione della parolachreos nella letteratura greca è già nell'ottavo canto dell' Odissea ,
nel passo in cui Efesto incatena Ares e Afrodite dopo averli colti in
adulterio. Tutti gli dèi ridono tranne Poseidone, che gli intima di
scioglierli. Efesto rifiuta perché, dice, se lo facesse Ares fuggirebbe
eludendo insieme due vincoli, quello materiale della catena e quello
morale, il chreos , che lo lega ormai a Efesto. Questo secondo legame
non è una servitù, impossibile tra dèi, piuttosto una comunanza di
destino, un pegno. Il dio della guerra si è indebitato con il dio del
fuoco, dell'ingegneria, dei fabbri, di tutti gli artigiani: cedendo
all'amore, condividendo il fascino della dea, si è sottomesso al vincolo
di un reciproco scambio. Anche altrove il significato del chreos greco sfuma spesso in quello di una comunanza ferrea di destino,
di una ineludibile necessità: designa
San Luca Evangelista, dipinto del Guercino |
Lo squilibrio
politico generato da un lungo e inestinguibile debito ha un precedente
storico nel mondo greco. A provocare la caduta dell'impero di Bisanzio
sei secoli fa è stato il debito con la repubblica di Venezia,
incarnazione di quel capitalismo nascente che la percezione teologica e
filosofica bizantina, erede di quella classica, non sarebbe mai
riuscita ad assimilare né a comprendere.
L'indebitamento dello
stato bizantino con i banchieri dell'occidente spinse le sue élite verso
l'oriente. La civiltà bizantina entrò allora nella sfera geopolitica
dell'islam ottomano, da cui solo nel XIX secolo la Grecia è emersa.